Lulù Selassiè sotto processo per stalking a Bortuzzo: indagata con bracciale elettronico per la sicurezza pubblica

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By Redazione Gossip.re

Lulù Selassiè sotto processo per stalking a Bortuzzo: indagata con bracciale elettronico per la sicurezza pubblica

L’accusa di stalking aggravato

La vicenda che coinvolge Lulù Selassiè e Manuel Bortuzzo ha assunto toni drammatici, sfociando in gravi accuse di stalking aggravato. Secondo quanto riportato dalla denuncia di Bortuzzo, la giovane influencer lo avrebbe ripetutamente tormentato tramite messaggi e comportamenti molesti, provocandogli un significativo stato d’ansia e paura. L’atleta paralimpico ha descritto come tali azioni abbiano costretto lui a modificare le proprie abitudini quotidiane, privandolo della libertà di spostarsi liberamente e di intraprendere nuove relazioni. In particolare, la denuncia sottolinea che il suo ex compagno lo minacciava in modo esplicito, rendendo difficile per lui affrontare la situazione, tanto da costringerlo a interrompere ogni forma di comunicazione.

L’accusa di stalking è aggravata non solo dalla relazione affettiva pregressa tra i due, ma anche dalla disabilità di Manuel Bortuzzo, che accentua l’inosservanza della sua sicurezza e serenità personale. Questi elementi hanno contribuito a rendere la situazione particolarmente seria e critica, dando origine a misure legali di contenimento nei confronti della Selassiè, la quale ora si trova nel mirino della giustizia per le sue azioni persecutorie nei confronti dell’ex compagno.

I messaggi inquietanti di Lulù Selassiè

La tipologia di messaggi inviati da Lulù Selassiè a Manuel Bortuzzo rivela la gravità della situazione. Tra i più allarmanti è emerso un messaggio in cui la Selassiè minacciava di farsi del male se Bortuzzo non avesse ricambiato il suo affetto: “Se non stai con me ti ammazzo e mi ammazzo”. Tali dichiarazioni non solo dimostrano un’evidente escalation di comportamento, ma anche un disturbante mix di amore e violenza che ha caratterizzato la sua comunicazione con l’atleta. Al di là delle minacce dirette, i messaggi includevano riferimenti a un’affezione non corrisposta, con apprezzamenti e dichiarazioni di amore reciproco, alimentando una spirale di ossessione che ha messo a repentaglio il benessere psicologico di Bortuzzo.

Dettagli forniti nella denuncia illustrano come questi contatti non fossero occasionali, ma una costante invadenza nelle vita quotidiana dell’atleta. L’ossessione di Selassiè si manifestava non solo attraverso la scrittura, ma anche con appostamenti e tentativi di contatto fisico, rendendo la vita di Bortuzzo una continua fonte di ansia e paura. La sua incapacità di accettare la fine della relazione ha portato a una serie di eventi che hanno spinto l’ex compagno a cercare aiuto legale, evidenziando come comportamenti apparentemente innocui potessero trasformarsi in vere e proprie strategie di stalking, culminando in una situazione insostenibile.

Il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento

In seguito alle gravi accuse di stalking aggravato, Lulù Selassiè si trova a dover affrontare misure restrittive significative, tra cui l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico e un divieto di avvicinamento nei confronti di Manuel Bortuzzo. Queste azioni sono state disposte dalle autorità in risposta alla denuncia presentata dall’atleta, che ha riportato un continuo turbamento della sua vita, dovuto ai comportamenti della Selassiè. Il braccialetto elettronico rappresenta una misura precauzionale per garantire la sicurezza di Bortuzzo, impedendo alla Selassiè di avvicinarsi oltre il limite stabilito.

Stando a quanto riportato dai media, già durante l’estate scorsa, Selassiè aveva ricevuto un provvedimento di allontanamento, ma la sua condotta non sembra essersi dimostrata conforme alle disposizioni ricevute. La procura di Roma ha considerato necessaria l’applicazione di tali restrizioni, vista la persistenza del comportamento persecutorio che ha caratterizzato la relazione tra i due. Le misure di sicurezza non solo mirano a tutelare la sicurezza dell’atleta, ma stabiliscono anche la necessità di una risposta ferma da parte delle istituzioni di fronte a comportamenti molesti e potenzialmente dannosi.

L’implementazione di queste misure legali è un segnale chiaro della serietà della situazione. L’uso del braccialetto elettronico implica un monitoraggio costante, una precisa indicazione del fatto che il rispetto delle normative non è solo desiderato, ma essenziale per la protezione della vittima in situazioni di stalking. L’udienza fissata per il prossimo 28 gennaio rappresenterà un momento cruciale per valutare la posizione di Selassiè e le conseguenze giuridiche derivate dalle sue azioni.

Episodi problemativi e aggressioni

Episodi problematici e aggressioni

La storia tra Lulù Selassiè e Manuel Bortuzzo è stata caratterizzata da una sequenza inquietante di episodi che vanno oltre il mero stalking, culminando in aggressioni fisiche. Numerosi racconti riportano come la Selassiè non si sia limitata a comunicazioni invasive, ma abbia anche seguito l’atleta in diverse occasioni, dimostrando comportamenti ossessivi in contesti inadeguati. Un esempio emblematico è dato dal fatto che, durante la scorsa estate, la Selassiè abbia seguito Bortuzzo in Inghilterra, dove l’atleta era impegnato nei campionati mondiali di nuoto.

Secondo fonti come il portale *Open*, Lulù avrebbe prenotato una stanza nello stesso albergo di Manuel, lasciandogli un biglietto inquietante sotto la porta, dove esprimeva il desiderio di rivederlo: “Amore mio, ti aspetto nella mia stanza”. Questo episodio non è isolato, poiché le sue visite si sono protratte anche in altre nazioni, come il Portogallo, rivelando un comportamento di pedinamento costante.

La situazione è degenerata ulteriormente quando, nonostante l’indifferenza mostrata da Bortuzzo, Lulù è apparsa alla porta della sua camera d’hotel, aggredendolo fisicamente e infliggendogli due schiaffi in faccia. Questo gesto non solo identifica un chiaro segnale di sfida alle limitazioni legali impostele, ma anche una manifesta escalation della sua condotta violenta. Tali atti non solo mettono in risalto la vigilanza inadeguata sulla sua condotta, ma testimoniano anche il profondo disagio psicologico che ha caratterizzato l’intero scenario, costringendo il giovane atleta a vivere in uno stato di continuo timore e stress.

La richiesta di giudizio immediato

La situazione legale che coinvolge Lulù Selassiè ha subito un’accelerazione significativa con la richiesta di giudizio immediato da parte della procura di Roma, un passo che testimonia la gravità delle accuse formulate nei suoi confronti. Il giudice per le indagini preliminari ha fissato l’udienza per il 28 gennaio, un momento cruciale in cui verranno esaminate le prove e le testimonianze presentate, con l’obiettivo di chiarire la posizione della Selassiè in merito alle accuse di stalking aggravato. Questa scelta giuridica riflette una volontà di affrontare il caso con celerità, sottolineando le implicazioni gravi e potenzialmente dannose delle azioni della giovane nei confronti di Manuel Bortuzzo.

In base a quanto riportato dai media, le autorità stanno prendendo molto seriamente la situazione, considerando il contesto di paura e ansia che l’atleta ha dovuto affrontare a causa della condotta molesta della Selassiè. La questione del braccialetto elettronico e del divieto di avvicinamento già in vigore evidenziano la preoccupazione per la sicurezza di Bortuzzo, richiedendo un intervento immediato da parte della giustizia. Durante l’udienza di gennaio, la difesa avrà l’opportunità di presentare le proprie argomentazioni, mentre l’accusa si prepara a sostenere l’impianto accusatorio con prove concrete e testimonianze che documentino il comportamento persecutorio della Selassiè.

Il processo rappresenta non solo un passo importante per la vittima in questo caso, ma anche per la società, in quanto mette in evidenza le problematiche legate alla violenza di genere e alla protezione delle persone vulnerabili. La risposta della giustizia sarà fondamentale per garantire una valutazione equa e per stabilire le eventuali responsabilità penali di Lulù Selassiè, che ora deve affrontare le conseguenze delle sue azioni. La continua attenzione mediatica attorno a questo caso pone anche interrogativi su come la violenza psicologica venga affrontata nel contesto legale italiano, ponendo l’accento sull’importanza di proteggere le vittime e di fermare comportamenti abusivi prima che degenerino ulteriormente.