Guai giudiziari di Baby Gang
Baby Gang, pseudonimo di Zaccaria Mouhib, continua a trovarsi nell’occhio del ciclone a causa di numerosi problemi legali che hanno caratterizzato la sua giovane carriera. A ottobre, il rapper 23enne è stato condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi di detenzione per resistenza a pubblico ufficiale. Questa condanna si riferisce ai disordini verificatisi il 10 aprile 2021 nella zona di San Siro a Milano. In quell’occasione, Baby Gang e il collega Neima Ezza stavano girando un video musicale senza alcuna autorizzazione e, in seguito all’arrivo delle forze dell’ordine, un gruppo di circa 300 ragazzi, tra cui molti minorenni, si è riunito, culminando in incidenti violenti e lancio di oggetti verso la polizia.
Difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, Baby Gang ha sostenuto di non essere presente al momento delle violenze, poiché si era allontanato prima dell’intervento delle forze di polizia. Tuttavia, la giustizia ha emesso una condanna severa, considerando la sua responsabilità nell’organizzare l’evento.
Al di là di questo episodio, i guai legali di Baby Gang proseguono. Ad esempio, a luglio 2024, il rapper ha ricevuto una condanna in appello di due anni e nove mesi per il coinvolgimento in una sparatoria avvenuta fra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, un’area famosa per la vita notturna di Milano, dove due uomini di origine senegalese rimasero feriti.
Il rapper aveva già affrontato una situazione di arresto ad aprile, quando, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, pubblicò sui social foto con armi, promuovendo il suo nuovo album. Tali comportamenti hanno alimentato una reputazione di crescente inaffidabilità e potenziale pericolo sociale, conseguente alla sorveglianza speciale imposta nei suoi confronti.
Fermato a Milano
Nella notte di mercoledì, un nuovo episodio ha visto protagonista Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, fermato dai carabinieri a Milano. L’artista, noto per i suoi successi nel panorama musicale italiano, si trovava a bordo di una lussuosa Lamborghini quando è stato controllato alle 4:55 del mattino in via Melchiorre Gioia. Questa azione, apparentemente isolata, ha richiamato l’attenzione per le circostanze che circondano il rapper, il quale si trova attualmente sottoposto a misure di sorveglianza speciale.
Nei suoi canali social, Baby Gang ha condiviso un video dove si mostra con un passamontagna durante il controllo, un gesto che ha suscitato diverse reazioni tra i fan e il pubblico. I carabinieri, durante il controllo, hanno immediatamente rilevato che il rapper non aveva rispettato le limitazioni imposte dalla sorveglianza, che richiedono il rientro a casa tra le 22:00 e le 7:00 del mattino.
Questo episodio non fa altro che ribadire le tensioni tra la sua carriera musicale e i problemi legali che lo circondano. La presenza di Baby Gang in strada, ad un orario incompatibile con le regole imposte, ha portato ad una denuncia, evidenziando ulteriormente le difficoltà da lui affrontate, sia come artista che come individuo. Con milioni di ascoltatori mensili alle spalle, la figura di Baby Gang continua a sollevare interrogativi su come gestire il talento e le sfide legate a comportamenti legali problematici.
Controllo e denuncia
Il controllo operato dai carabinieri a Baby Gang si è svolto nel cuore della notte, precisamente alle 4:55 di mercoledì, in via Melchiorre Gioia a Milano. In questa circostanza, il rapper è stato intercettato mentre si trovava a bordo della sua costosa Lamborghini, un dettaglio che ha attirato ulteriormente l’attenzione dei media e del pubblico. I militari dell’Arma, eseguendo controlli di routine, hanno immediatamente identificato l’artista e accertato la violazione delle prescrizioni stabilite dalla sorveglianza speciale a suo carico. Secondo tali misure, Baby Gang è obbligato a rimanere entro le mura domestiche tra le ore 22:00 e le 7:00 del mattino, per via della sua reputazione di “socialmente pericoloso”.
La situazione è stata documentata dallo stesso artista, che ha pubblicato sui social network una storia in cui si ritrae con un passamontagna durante il controllo. Questo gesto ha generato un mix di reazioni tra i suoi fan, alcuni dei quali hanno interpretato il suo atteggiamento come provocatorio. La denuncia formale da parte delle autorità giunge come un’ulteriore conferma delle difficoltà che Baby Gang sta affrontando nel bilanciare la sua carriera artistica con le conseguenze delle sue azioni legali. Il rapper, già noto per le sue esibizioni in palazzetti e per il considerevole numero di ascolti su piattaforme come Spotify, rivela un’immagine pubblica complicata, tra successi musicali e problematiche giuridiche.
Misure restrittive e sorveglianza
Il percorso giudiziario di Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib, ha portato alla sua attuale condizione di sorveglianza speciale, un provvedimento deciso dalla sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Questa misura, in vigore per un anno e sei mesi, è stata imposta in considerazione della sua presunta “pericolosità sociale”, limitando in modo significativo la sua libertà di movimento. Tra i requisiti fondamentali della sorveglianza speciale, è previsto che il rapper rispetti una fascia oraria restrittiva, nel quale è costretto a rimanere in casa, ovvero dalle 22:00 alle 7:00.
Il giudice ha ritenuto necessario questo intervento a fronte dei suoi comportamenti precedenti e delle denunce a suo carico. Nonostante le evidenti restrizioni, Baby Gang ha continuato a promuovere la sua carriera musicale, esibendosi dal vivo in eventi che richiamano migliaia di spettatori. Sebbene la sorveglianza gli consenta di lavorare nel settore artistico, il suo comportamento al di fuori di tale ambito solleva domande sulla sua capacità di rispettare le normative imposte.
Il rapper ha tentato di mantenere una presenza attiva sui social media, condividendo momenti della sua vita che a volte sembrano confliggere con le regole a cui è sottoposto. Anche la recente denuncia, seguita al controllo da parte dei carabinieri, evidenzia la difficoltà di coniugare una carriera di successo con il rispetto delle normative legali. Questa situazione non solo mette in evidenza le problematiche interne alla sua vita personale, ma richiama l’attenzione sul delicato equilibrio tra libertà individuale e responsabilità sociale.
Storia criminale del rapper
La storia giudiziaria di Baby Gang è segnata da controversie e problemi legali che rispecchiano una giovinezza turbolenta e un’immagine pubblica di crescente conflitto. Recentemente, il rapper è stato condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale, episodio avvenuto il 10 aprile 2021 nella zona di San Siro a Milano. In quell’occasione, stava filmando un video musicale insieme al collega Neima Ezza e, al sopraggiungere delle forze dell’ordine, è esplosa una situazione di caos in cui un gruppo di circa 300 giovani, inclusi minorenni, ha dato vita a violente ribellioni, lanciando oggetti contro la polizia.
Malgrado la difesa di Baby Gang, che afferma che il rapper non era presente al momento dei disordini, la corte ha ritenuto necessaria una condanna severa, evidenziando la responsabilità di chi organizza eventi che possono degenerare in violenza. Non è un caso isolato: a luglio 2024, Baby Gang ha ricevuto una condanna rivisitata a due anni e nove mesi per un coinvolgimento in una sparatoria avvenuta lungo via di Tocqueville, un noto crocevia della movida milanese, dove due uomini senegalesi furono feriti durante una nottata di violenza, un fatto che ha scosso l’opinione pubblica e ha sollevato interrogativi sui legami tra il rapper e la criminalità organizzata.
Inoltre, il rapper aveva già affrontato un arresto ad aprile scorso, incorrendo nuovamente in problematiche legali a causa della pubblicazione di contenuti controversi sui social, nonostante si trovasse già agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Questi eventi hanno contribuito a plasmare l’immagine di Baby Gang come figura pubblica ambivalente, in grado di attrarre fandom ma anche di scatenare polemiche legate al suo comportamento. È evidente come la sua storia criminale non possa essere ignorata nel raccontare il suo percorso artistico e sociale.